Il post che non avrei voluto scrivere…


Questo è un post che non avrei voluto scrivere. Almeno non ora. Non a distanza di 2 anni dall’inizio di questo blog.
Sì, perché ho aperto questo blog proprio per ripercorrere le mie origini, per riscoprire le mie radici, per raccontare di LEI, della donna che mi ha cresciuta, della sua famiglia, della sua storia. Perchè io sono sangue del suo sangue e la sua storia è la Mia Storia
E ricostruire il mio passato, per me, era come colmare quel vuoto che spesso ho sentito dentro.
E ora che LEI non c’è più.. mi sento come spaesata.

Ricordo ancora il giorno in cui mi disse con le lacrime agli occhi: Sai, sta venendo tua mamma dall’Italia”.
“Va bene, nonna, come sempre.”
“No, questa volta sarà diverso. Questa volta non viene solo per farti visita. Questa volta ripartirai con lei, per l’Italia. Vivrai con lei e con la sua nuova famiglia”.
“Famiglia? Ma la mia famiglia sei tu, Nonna!” 
Mia nonna era una donna seria, le sue parole erano sempre espressione di verità e saggezza. 
Sapevo che ciò che cercava di dirmi era per prepararmi. Ad una verità dolorosa.
Fu una presa di coscienza terribile. 
Quella di una bambina di 6 anni.
Fu una fitta al cuore terribile.

Ero triste, tanto triste. E quei giorni volarono. 
Arrivò il giorno della mia dipartita. Mi accompagnarono tutti all’aeroporto. Una donna che non conoscevo mi tenne per mano e mi disse di comportarmi bene
Abbracciai la nonna forte forte. E lei mi baciò, annusandomi a lungo. Sì, perchè il bacio thai è un bacio con il naso e più dura l’inalazione, più è grande l’affetto. Mi diede un ultimo lungo bacio e mi disse di andare dalla mia mamma, quella vera. 
Perchè lei era solo una nonna. Mi disse di non preoccuparmi per lei, che lei sarebbe stata solo fiera di me, perchè avrei imparato la lingua italiana, perchè sarei diventata una farang, cioè una occidentale.
Mi incamminai oltre il gate con il volto sempre rivolto all’indietro, verso di lei. 
Fu il momento più triste della mia vita.


I primi giorni in Italia, piansi ogni notte, pensando a lei. Mi mancava così tanto. E mi mancava tutto: la sua gentilezza, il suo senso materno, la sua apprensiva protezione, il suo affetto. 
Senza di lei, mi sentivo come abbandonata
Fu in quel momento che una parte del mio cuore sentì un’altra fitta forte.. ma quella volta quella parte del cuore andò come in cancrena.


Crebbi come una bambina arida, senza provare affetto verso nessuno, senza provare alcun sentimento. 

Fui accusata di insensibilità e cattiveria.

Forse era vero. Ma non era colpa mia. Era colpa di quel cuore andato male.


Solo crescendo, feci riabilitare quella parte del mio cuore che credevo fosse morta per sempre. Solo grazie all’amore che oggi ricevo da molte persone, sono tornata a credere nella potenza dei sentimenti.
Fino ad essere oggi innamorata della vita, del mondo, delle persone, di tutto. 
Ma alcune settimane fa, è successo, di nuovo. E’ successo che ho sentito una piccola fitta al cuore, un’altra volta. 

E attendevo la notizia.

Che è arrivata.
Addio, Kun Yai, ka.
Grazie per avermi preparata. Anche questa volta.
Stavolta, il mio cuore non morirà di nuovo. Perchè ci sei tu dentro, racchiusa qui. Per sempre.
Tua, Nit Noi. 
(in thai, vuol dire “Piccolina”)

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