Un Pesce d’Aprile… in Alto Mare!

Non so voi, io non sono mai riuscita a fare uno scherzo come si deve  il 1° d’Aprile.
Pero’ una volta feci a mio marito un vero Pesce d’Aprile. Il 1° di Agosto. In alto mare.

Agosto 2002. Croatia. Villaggio Blu Club.
Era la nostra seconda estate insieme. Iniziava il corso di barca a vela.
Quando arrivammo al punto di incontro, ci dissero che non c’era più posto.
Fui talmente infastidita da quella risposta che, mentre G. girava pacificamente i tacchi (o meglio l’infradito) per andarsene, io rimasi lì, ferma, imperterrita e dissi: “MA TANTO, IO NON HO BISOGNO DI FARE IL CORSO. SO GIA’ ANDARE A VELA!”.
Mio marito, al tempo ragazzo, sgranando gli occhi, mi chiese se fossi certa della cosa.
“Ma certo! Ho fatto per anni la scuola di vela! Fidati, ora ti porto io!”
Prima di salire a bordo del Laser, G. mi chiese, ancora una volta, se fossi sicura di farcela. Si, insomma, perché lui era salito solo sulla canoa… 
Da spavalda, gli risposi che, se me lo avesse richiesto ancora, mi sarei offesa!
E così, andammo al largo con una bellissima e nuovissima barca a vela a 6 posti. Il cielo era perfettamemte limpido ed il vento della giusta intensità.
G. era terrorizzato. Rimase immobile, aggrappato al giubbino, senza dire una parola (e senza respirare).
Dopo diverse virate e strambate, riuscì finalmente a rilassarmi e a godermi il momento: pensai a quanto fosse bello stare lì, in barca, io e lui, soli, baciati dal vento, dalla salsedine e dal sol leone.
Mi girai e vidi G., che finalmente aveva ripreso a respirare. VIDI I SUOI OCCHI e colsi in lui una espressione di grande orgoglio… di me!!! :-))

Sì, insomma, io, ragazza, 20enne, thailandese, portavo lui a velamanovrando IO il timone, la randa e il fiocco. Il livello di autostima era alle stelle, anzi al sole.

Mi girai un altro po’ e NON VIDI più nè il villaggio nè il golfo.
Eravamo andati lontani, troppo.
Mollai tutto e mi alzai in piedi gridando: “Aiuto! Aiuto! Qualcuno ci aiuti!!!  
“G. Fai qualcosa, ti prego! siamo andati troppo lontani! Non torneremo più indietro! Fai quaclosa! Non stare lì impalato!!”
Cercai disperatamente il fischio che di solito e’ contenuto nel giubbino ma non lo trovai. Ero disperata, non avevo piu il controllo della barca. Nè di me stessa. Guardai con occhi rassegnati G. e pensai che fosse la fine. 
Con nonchalance, G. rimase seduto e con estrema calma e distensione rispose: 
Vaty, ma lo sai che sei bravissima? Mi piace quando fai le virate. Proprio brava, non pensavo! Ora, con calma, viriamo ancora, e ce ne torniamo indietro, pian piano, ok?”
Fece un mezzo sorriso, un po’ forzato ma era un sorriso. Le sue parole mi confortarono. Tanto. Riacquistai fiducia in me stessa e ripresi a fare le mie virate, verso il ritorno.
E lui riprese a stare composto. Cioè immobile.

Volete sapere come e’ andata a finire? 

Rientrammo nel golfo del villaggio, accolti come trionfatori ed acclamati con grandi applausi dei corsisti, che nulla avevano percepito su ciò che accadde in alto mare.

Sentì l’animatore dire:Guardate come è brava, è rientrata benissimo nonostante il fondale difficile”.
Qualcuno gridò: “Domani, possiamo venire con te?”
Un altro disse: “Una Skipper asiatica, apperò!”
Infine, uno gridò: Siete andati lontanissimi. Avete visto o preso qualche pesce?”
G. si mise a ridere e, una volta messo i piedi sulla sabbia, si allontanò di corsa da me e dalla barca. Mi guardò con gli occhi in fiamme e rispose: 
“Skipper?? Pesce???? 
Sì, come no? Ho preso un pesce… UN BEL PESCE D’APRILE!!!”

SOB 🙁



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